Partnership tra IT e linee di business: oltre la logica del “fornitore interno”
Per anni, nelle aziende, l’IT è stato considerato una funzione di supporto. Una sorta di “fornitore interno” a cui chiedere un servizio: “Mi serve questa applicazione”, “Abbiamo bisogno di un nuovo report”. Il rapporto era spesso unidirezionale: le linee di business definivano l’esigenza, l’IT rispondeva con una soluzione tecnica.
Oggi questo modello non funziona più. Lo conferma anche Francesco Mastrandrea, CIO di Groupama, intervistato da EgoValeo:
“Se vogliamo essere partner di servizio dei colleghi, dobbiamo saper ascoltare, costruire insieme, dimostrare il valore. Non basta più essere tecnici, serve un cambio di prospettiva”.
IT come parte integrante del business
La trasformazione digitale ha cambiato le regole.
In una compagnia assicurativa, l’IT non è solo infrastruttura: è la piattaforma che abilita nuovi prodotti, servizi digitali al cliente, automazione dei processi.
In una banca, l’IT è il cuore stesso dell’esperienza utente. Nel retail, i sistemi digitali decidono la velocità della supply chain.
In tutti questi casi, il business non può esistere senza tecnologia. E la tecnologia, da sola, non porta valore senza una chiara direzione di business. È qui che nasce la necessità di partnership.
Dal “tu chiedi, io eseguo” al “costruiamo insieme”
Un esempio concreto: un dipartimento marketing chiede un nuovo CRM per gestire le campagne. In passato, l’IT avrebbe scelto un software, fatto il rollout e consegnato lo strumento. Oggi l’approccio deve essere diverso:
- capire insieme quali dati servono davvero per migliorare le conversioni,
- coinvolgere vendite e customer service per definire i flussi,
- valutare l’impatto sulle interazioni con i clienti.
Il risultato non è un “software in più”, ma un progetto condiviso che ha impatto diretto sul business.
Soft skill che fanno la differenza
Per arrivare a questo cambio di paradigma non bastano le competenze tecniche. Mastrandrea lo sottolinea: capacità di ascolto, collaborazione, relazione. Un IT manager che parla la lingua del business è percepito come partner, non come “collega tecnico”.
E questo genera un circolo virtuoso: più l’IT viene riconosciuto come interlocutore di valore, più le altre funzioni lo coinvolgono in progetti strategici.
Partnership IT e linee di business: cosa significa per i dirigenti aziendali
Per un CEO o un top manager, la partnership IT–business non è un dettaglio operativo, ma una scelta di governance. Significa:
- dare all’IT un posto nella cabina di regia aziendale,
- valutare i progetti non solo per il ritorno tecnologico, ma per l’impatto sul modello di business,
- incentivare comportamenti collaborativi e cross-funzionali.
Non è un caso se molte aziende oggi hanno inserito l’IT tra le funzioni di business a diretto riporto del vertice.
Conclusione
La tecnologia corre veloce, ma senza partnership rischia di essere solo “rumore di fondo”. Quando IT e business lavorano insieme, invece, il valore si moltiplica: nascono soluzioni che migliorano i processi, arricchiscono l’offerta e rafforzano il rapporto con i clienti.
È questa la vera sfida per i dirigenti: passare dalla logica del “fornitore interno” a quella del partner strategico. E le aziende che ci riescono hanno un vantaggio competitivo che va ben oltre la tecnologia.

Partner di EgoValeo
Ho maturato una lunga esperienza in ambito HR ed, in particolare, nella ricerca e selezione del personale qualificato. Ho iniziato la mia carriera in una multinazionale del settore ICT & Telco, ricoprendo diversi ruoli nell’ambito HR. Nel 2010 ho fondato EgoValeo, società specializzata nel tech head hunting. Sono coach certificata ICF e Coaching by Value.
