Ingegnere Chimico: ruolo e competenze chiave

Ingegnere Chimico: ruolo e competenze chiave

Il ruolo dell’Ingegnere Chimico

L’ingegnere chimico è il professionista che progetta, ottimizza e supervisiona i processi industriali in cui avvengono trasformazioni chimiche, fisiche o biologiche della materia. Lavora in settori strategici come l’industria chimica, petrolchimica, farmaceutica, alimentare, energetica e ambientale, garantendo efficienza, sicurezza e sostenibilità.

La figura dell’ingegnere chimico è molto più trasversale di quanto spesso si pensi: non si occupa solo di “chimica”, ma è un problem solver a tutto tondo, con competenze che vanno dalla termodinamica ai bilanci economici. In un impianto industriale, è il ruolo che fa da ponte tra la scienza dei materiali, l’ingegneria di processo e la sostenibilità.

Negli ultimi anni, con la crescente attenzione alla transizione ecologica e all’economia circolare, questo ruolo è diventato ancora più importante. Basti pensare che, secondo uno studio dell’AIChE (American Institute of Chemical Engineers), gli ingegneri chimici sono tra i profili più richiesti nell’ambito della decarbonizzazione e della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Cosa fa un Ingegnere Chimico

Le attività principali svolte da un Ingegnere Chimico sono:

  • Progettare impianti e processi per la produzione industriale di sostanze chimiche, farmaceutiche, alimentari o energetiche.
  • Modellare e simulare processi chimici per ottimizzarne le performance e ridurre gli sprechi.
  • Monitorare e controllare il funzionamento degli impianti produttivi, intervenendo in caso di anomalie.
  • Sviluppare soluzioni per il trattamento e la gestione dei rifiuti industriali e delle emissioni inquinanti.
  • Collaborare con team R&D per lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie di processo.
  • Garantire il rispetto delle normative di sicurezza, ambientali e di qualità (es. REACH, ATEX, GMP).
  • Redigere documentazione tecnica e report di processo per audit, collaudi o certificazioni.
  • Analizzare dati di processo per identificare criticità, ottimizzare rese e ridurre i costi.
  • Gestire progetti di scaling up, passando dal laboratorio alla produzione industriale.
  • Interfacciarsi con fornitori, clienti e stakeholder per la gestione tecnica dei progetti.
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Le competenze principali dell’Ingegnere Chimico

Le principali competenze tecniche sono:

  • Conoscenza approfondita della chimica industriale e dei processi chimico-fisici.
  • Capacità di progettazione di impianti e reattori chimici, con software come Aspen Plus o HYSYS.
  • Competenze in termodinamica, meccanica dei fluidi e trasferimento di calore e massa.
  • Conoscenza dei materiali e delle reazioni coinvolte nei processi produttivi.
  • Abilità nella modellazione matematica e simulazione di processi complessi.
  • Familiarità con le normative tecniche e ambientali, incluse ISO 14001, EMAS, ecc.
  • Competenze nell’automazione e controllo di processo (DCS, SCADA, PLC).
  • Esperienza nella gestione di impianti pilota e nei test di laboratorio.
  • Conoscenze base di economia industriale e valutazione dei costi di processo.
  • Capacità di redigere documentazione tecnica per progetti e validazioni.

A livello di soft skills, invece:

  • Problem solving, per affrontare problemi tecnici complessi con approccio analitico.
  • Teamworking, ossia saper lavorare in sinergia con figure multidisciplinari (tecnici, R&D, HSE).
  • Comunicazione tecnica, per spiegare concetti complessi a stakeholder non tecnici.
  • Gestione dello stress, dal momento che potrebbe operare sotto pressione in contesti produttivi o critici.

Come diventare Ingegnere Chimico e opportunità di carriera

Il percorso classico per diventare ingegnere chimico parte con una laurea triennale in Ingegneria Chimica, seguita da una laurea magistrale che approfondisce le tematiche di processo, reazioni industriali, termodinamica applicata e sostenibilità. Molti professionisti scelgono di arricchire il proprio profilo con esperienze di laboratorio, stage in azienda o periodi di studio all’estero.

In alcuni casi, per ruoli con maggiore responsabilità, può essere utile l’abilitazione all’albo degli ingegneri (Sezione A, settore industriale). Sono molto apprezzate anche certificazioni su software di simulazione, project management (es. PMP), o corsi in ambito HSE e qualità.

Le opportunità di carriera per un ingegnere chimico sono ampie: si può iniziare come Process Engineer o Junior R&D Engineer, per poi evolvere in ruoli come Plant Manager, Project Engineer, Responsabile Qualità, HSE Manager o Technology Consultant. Chi lavora in multinazionali può accedere anche a percorsi internazionali o ruoli cross-funzionali.

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FAQ

In quali settori lavora un ingegnere chimico?

Può operare in diversi ambiti: chimico, petrolchimico, farmaceutico, alimentare, energetico, ambientale e materiali avanzati. È molto richiesto anche in aziende che sviluppano tecnologie green o soluzioni per la transizione ecologica.

Quali software usa un ingegnere chimico?

I più comuni sono Aspen Plus, HYSYS, MATLAB, AutoCAD P&ID e software di controllo come SCADA e DCS. Sono fondamentali per la simulazione, la progettazione e l’ottimizzazione dei processi industriali.

Serve l’abilitazione per lavorare come ingegnere chimico?

Solo per firmare progetti o operare come libero professionista è necessaria l’abilitazione (Esame di Stato e iscrizione all’Albo). In ambito industriale, invece, non è obbligatoria ma può rappresentare un valore aggiunto.

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